Sono
state consegnate al tribunale di Bergamo le prime cinquanta denunce
preparate dal Comitato “Noi denunciamo” composto dai familiari di
vittime bergamasche della pandemia. Persone che nei mesi scorsi – ha
dichiarato l’avvocatessa Consuelo Locati, legale del comitato – hanno
visto morire in casa un proprio congiunto senza che gli venisse prestata
alcuna assistenza. Si prevede che le denunce arriveranno a oltre
duecento.
Mentre
a Bergamo si consegnavano le denunce, arrivava la notizia di un
avvicendamento improvviso ai più alti livelli della sanità lombarda:
Luigi Cajazzo, ex poliziotto della Mobile di Lecco, nominato nel 2018
direttore generale della Sanità lombarda, braccio destro dell’assessore
Gallera, viene destinato all’incarico di vicesegretario generale della
Regione con delega all’integrazione sociosanitaria.
Luigi
Cajazzo sarebbe, tra l’altro, responsabile della decisione di riaprire
l’Ospedale di Alzano Lombardo senza che vi fossero attuati i
provvedimenti necessari e con il parere negativo del Direttore dello
stesso, dopo che vi era stato diagnosticato un Caso di Covid. Una
decisione su cui sta indagando la Magistratura.
Al
suo posto è stato nominato Marco Trivelli, manager storico della sanità
lombarda, con incarichi direttivi prima al Niguarda di Milano poi ai
Civili di Brescia.
L’avvicendamento
ai vertici della Sanità ha evidentemente il significato di scaricare su
un funzionario, seppure di alto livello, delle responsabilità che sono
soprattutto politiche, mettendo in salvo la giunta, il presidente
Fontana e il “sistema Lombardia”. Quanto all’assessore Gallera, il suo
destino appare più incerto e legato al riassetto degli equilibri nella
giunta.
Esiste
però anche un’altra possibile ragione nell’avvicendamento ai vertici
della Sanità lombarda, cioè quello di riaprire un dialogo con le
opposizioni, con cui attualmente i rapporti sono pessimi, offrendo la
testa di un dirigente non all’altezza per nominare al suo posto un
manager “affidabile” e di lunga esperienza nella gestione sanitaria come
Trivelli.
Inoltre,
nelle intenzioni del presidente Fontana, Trivelli sarebbe la persona
giusta per riaprire un dialogo con i medici di base, i quali – mandati
allo sbaraglio durante la pandemia – non hanno lesinato critiche e
proteste contro la Regione.
Tuttavia,
c’è un problema: Marco Trivelli, di fede ciellina, è uno dei manager
della Sanità cresciuti durante la lunga presidenza del detenuto
Formigoni, di cui condivide le scelte e la politica sanitaria,
continuata in seguito con le gestioni Maroni e Fontana. È poco
credibile, quindi, che la sua nomina possa essere qualcosa di più di un
escamotage politico.
Concludiamo
segnalando che da oggi il nuovo Ospedale della Fiera, l’opera di
propaganda della giunta lombarda realizzata sprecando tra 21 e 26
milioni – il montante esatto non si conosce ancora – di donazioni
private e di fondi pubblici non ospita più nemmeno un paziente.
Del
futuro di questo ospedale, che ha un solo reparto – la terapia
intensiva – non si sa nulla, anche perché sembra non rispondere ai
requisiti stabiliti dal governo per la riserva di posti letto che ogni
regione deve avere per una eventuale recrudescenza autunnale
dell’epidemia.
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