Mentre l’italietta renziana si assicura di peggiorare sempre più i
propri rapporti commerciali con la Russia (vedasi dichiarazioni
deliranti del nostro ‘genio fiorentino’ riguardo l’offerta di
cooperazione al progetto ‘North Stream’, il prolungamento delle sanzioni
verso Mosca et alia…) altri paesi non stanno certo a guardare e si
mobilitano (alcuni persino tra enormi difficoltà) per riempire con
efficacia le ampie quote di mercato russo lasciate vuote dalla stupida
‘guerra’ dichiarata dall’UE al Cremlino su istigazione e pungolo della
Casa Bianca.
Nel nostro caso, dovrebbe più che preoccuparci il vero e proprio slancio con cui Siria e Iran si stanno letteralmente ‘gettando’ sul mercato dell’agroalimentare russo, dove ancora pochi anni fa i nostri esportatori facevano la parte del leone.
E’ di questi giorni la notizia che una prima spedizione di 500 tir carichi di prodotti agricoli sta per lasciare il territorio della Repubblica Islamica dell’Iran per raggiungere la Russia via Azerbaigian, dopo aver ricevuto dalle competenti autorità tutti i “visti” fiscali e sanitari; la notizia é stata annunciata dal Presidente della Camera di Commercio di Teheran, Massoud Khansari.
Intanto un carico di agrumi siriani, partito dal porto di Latakia nei giorni scorsi, ha già raggiunto lo scalo di Novorossysk, portando a 60 tonnellate il quantitativo di arance, limoni e altri frutti consimili finora trasportati dalla Repubblica Araba alla Federazione Russa, dopo che speciali provvedimenti sono stati varati per facilitare le esportazioni siriane. La decisione ha suscitato l’entusiasmo e la riconoscenza del Direttore del Dipartimento Agricolo di Latakia/Laodicea, Munzir Gerbek.
In un mese di spedizioni continue i distretti di Latakia e Tartous possono assicurare ai partner russi l’invio di non meno di 30-35mila tonnellate di agrumi, grazie al fatto che, nonostante i quasi cinque anni di aggressione terroristica patiti dal paese, le due fertili province in questione sono rimaste costantemente sotto il controllo del Governo centrale e la produzione non ha quindi subito danni o diminuzioni.
La Siria, che é riuscita a resistere agli attacchi dei terroristi stranieri in gran parte grazie agli aiuti finanziari e militari di Mosca é ansiosa di intensificare e migliorare i propri rapporti commerciali col tradizionale alleato, anche in previsione di un futuro di pace nel quale prestiti e investimenti russi saranno pivotali per una rapida ricostruzione del paese; l’Iran, in maniere molto differenti, ha a sua volta interesse a rinsaldare i rapporti col Cremlino, nell’ottico di un progressivo avvicinamento all’Unione Economica Eurasiatica e di una sperabile integrazione nella SCO.
Il Vicesegretario dell’Associazione Iraniana per l’Industria e l’Agricoltura, Pedram Soltani, ha auspicato la formazione di una camera bilaterale russo-iraniana per il superamento di “divide” burocratici e normativi tra i due paesi e la crescita esponenziale dei rapporti commerciali bilaterali. A partire dal 20 gennaio prossimo quattro distretti provinciali della Compagnia Nazionale Iraniana Lattiero-Casearia (Pegah Fars, Pegah Tehran, Pegah Golpayegan e Pegah Isfahan) inizieranno regolari esportazioni verso la Russia.
Nel nostro caso, dovrebbe più che preoccuparci il vero e proprio slancio con cui Siria e Iran si stanno letteralmente ‘gettando’ sul mercato dell’agroalimentare russo, dove ancora pochi anni fa i nostri esportatori facevano la parte del leone.
E’ di questi giorni la notizia che una prima spedizione di 500 tir carichi di prodotti agricoli sta per lasciare il territorio della Repubblica Islamica dell’Iran per raggiungere la Russia via Azerbaigian, dopo aver ricevuto dalle competenti autorità tutti i “visti” fiscali e sanitari; la notizia é stata annunciata dal Presidente della Camera di Commercio di Teheran, Massoud Khansari.
Intanto un carico di agrumi siriani, partito dal porto di Latakia nei giorni scorsi, ha già raggiunto lo scalo di Novorossysk, portando a 60 tonnellate il quantitativo di arance, limoni e altri frutti consimili finora trasportati dalla Repubblica Araba alla Federazione Russa, dopo che speciali provvedimenti sono stati varati per facilitare le esportazioni siriane. La decisione ha suscitato l’entusiasmo e la riconoscenza del Direttore del Dipartimento Agricolo di Latakia/Laodicea, Munzir Gerbek.
In un mese di spedizioni continue i distretti di Latakia e Tartous possono assicurare ai partner russi l’invio di non meno di 30-35mila tonnellate di agrumi, grazie al fatto che, nonostante i quasi cinque anni di aggressione terroristica patiti dal paese, le due fertili province in questione sono rimaste costantemente sotto il controllo del Governo centrale e la produzione non ha quindi subito danni o diminuzioni.
La Siria, che é riuscita a resistere agli attacchi dei terroristi stranieri in gran parte grazie agli aiuti finanziari e militari di Mosca é ansiosa di intensificare e migliorare i propri rapporti commerciali col tradizionale alleato, anche in previsione di un futuro di pace nel quale prestiti e investimenti russi saranno pivotali per una rapida ricostruzione del paese; l’Iran, in maniere molto differenti, ha a sua volta interesse a rinsaldare i rapporti col Cremlino, nell’ottico di un progressivo avvicinamento all’Unione Economica Eurasiatica e di una sperabile integrazione nella SCO.
Il Vicesegretario dell’Associazione Iraniana per l’Industria e l’Agricoltura, Pedram Soltani, ha auspicato la formazione di una camera bilaterale russo-iraniana per il superamento di “divide” burocratici e normativi tra i due paesi e la crescita esponenziale dei rapporti commerciali bilaterali. A partire dal 20 gennaio prossimo quattro distretti provinciali della Compagnia Nazionale Iraniana Lattiero-Casearia (Pegah Fars, Pegah Tehran, Pegah Golpayegan e Pegah Isfahan) inizieranno regolari esportazioni verso la Russia.
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