sabato 30 gennaio 2016

La NATO verso il collasso

Il 27 gennaio il comando europeo delle Forze Armate degli Stati Uniti (EUCOM) stilava l’aggiornamento della strategia in Europa per “Impedire l’aggressione russa sotto forma di crescente comportamento aggressivo e militarizzazione dell’Artico. La Russia è una sfida seria ai nostri alleati e partner in diverse regioni, è un problema globale che richiede una risposta globale”. Il rappresentante permanente della Russia presso la NATO, Aleksandr Grushko, ha detto “è impossibile commentare nelle forme corrette, perché tale tesi è completamente al di fuori della realtà. Tale formulazione prevede che gli Stati Uniti riuniscano gli alleati, i cui ranghi sono ultimamente dispersi. Dato che nuove minacce e sfide richiedono risposte collettive, devono riunirsi sotto l’ala degli Stati Uniti ed esser costretti ad investire nella difesa per rafforzare il fianco orientale con una nuova cortina di ferro. Le ragioni dell’adozione della nuova strategia sono più profonde del mero desiderio degli Stati Uniti di radunare gli alleati europei” dichiarava il Vicedirettore del Centro informazioni analitiche di Tauride Sergej Ermakov. “La grave esacerbazione delle relazioni con la Russia è il compito principale del comando europeo degli Stati Uniti, per “garantirsi un ambiente sicuro”. Intendendo esattamente l’allineamento degli alleati europei a ranghi serrati e il rafforzamento della NATO come strumento per normalizzare la presenza militare degli Stati Uniti nella regione. Gli USA vogliono rafforzare la NATO, ma non tutti i Paesi membri dell’Alleanza hanno fretta di aumentare la spesa per la difesa”. Alcuni Paesi come Polonia ed Estonia hanno aumentato la spesa militare ben al 2% del PIL, un contributo insignificante. Inoltre il comando europeo degli Stati Uniti negli ultimi 10 anni ha seriamente ridotto il dispiegamento militare. “La copertura dei territori controllati dall’EUCOM è addirittura aumentata verso la regione artica. Formalmente la zona di responsabilità del Comando Europeo ha lasciato l’Africa perché è stato creato il Comando Africa degli Stati Uniti, ma in realtà AFRICOM si basa sulle risorse di EUCOM. Obiettivi vaghi, risorse limitate e assenza di serie minacce militari all’Europa, fino a poco prima, permisero ad EUCOM una vita rilassata… Ma dopo i fatti di Crimea si è scatenato l’inferno”. Il fatto che l’esercito russo potesse operare con successo in condizioni di combattimento quasi reale fu una sorpresa sgradevole, in particolare effettuando quelle operazioni che la NATO classifica come “intervento umanitario”. “Ciò ha comportato cambiamenti nella cosiddetta concezione dello schieramento avanzato volto a rafforzare la presenza statunitense in Europa. L’obiettivo di EUCOM è creare una fitta rete di piccole basi in Europa, permettendo agli USA di rischierarvi le proprie forze contro la Russia. Ma se durante la Guerra Fredda gli USA avevano 400000 soldati in Europa, dopo il “rafforzamento della presenza statunitense in Europa” saranno circa 80000”.
Ciò impone alla Federazione russa d'”Investire nella Difesa e a costruire una linea difensiva. Questo è necessario, anche se tali azioni possono scatenare una nuova corsa agli armamenti… Oggi c’è un graduale cambio di leadership nello spazio geopolitico globale“, dichiarava l’accademico dell’Accademia dei problemi geopolitici, l’ex-direttore del Primo Dipartimento per la Cooperazione Militare Internazionale del Ministero della Difesa della Federazione Russa, Colonnello-Generale Leonid Ivashov. “L’occidente si è esaurito ed ora molla, mentre l’età dell’Oriente si afferma. In questo processo assistiamo ad una rivolta contro il diktat statunitense. Come sempre, gli alleati di ieri iniziano ad agire contro Washington. Arabia Saudita e Turchia vedono che l’Iran ha raggiunto il suo obiettivo liberandosi dalle sanzioni. Il processo globale di liberazione dalla dittatura statunitense appare ovvio anche all’Europa. Perciò gli Stati Uniti cercano di sopprimere l’aspirazione russa all’indipendenza, per mantenere anche l’Europa sotto controllo. In caso contrario, c’è il rischio che la liberazione dalla dittatura statunitense diventi un massiccio movimento coordinato. Per riunire l’Europa, è necessario esibire una minaccia estera comune, pratica comune degli Stati Uniti. Quando la minaccia diventa lo SIIL e i profughi da Medio Oriente e Nord Africa, la Russia passa in secondo piano e la solidarietà della NATO comincia ad andare a pezzi. Così gli statunitensi fanno tutto il possibile per presentare i russi nel familiare ruolo di principale nemico. Nel 2015, ricordo, gli Stati Uniti adottarono la nuova strategia di sicurezza nazionale. Nel documento la Russia veniva indicata 13 volte sempre in un contesto negativo. La Russia è il principale nemico nella dottrina militare aggiornata degli Stati Uniti, che ora cercano di riscrivere i punti chiave della strategia della NATO. E’ impossibile aspettarsi altro dagli Stati Uniti date le attuali condizioni“.

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