l copione è stato rispettato alla
lettera. La Commissione Ue ha deciso di respingere il Documento
programmatico di bilancio italiano e di chiederne uno nuovo, che dovrà
essere inviato entro tre settimane a Bruxelles. I secondini
dell’eurocrazia hanno bocciato il reddito di cittadinanza, l’aumento
delle pensioni minime, la modifica della disastrosa legge Fornero. Le
anticipazioni allo Spiegel di Günther Oettinger, commissario Ue al
Bilancio, hanno trovato conferma. Vogliono imporci la loro agenda,
vogliono far insediare un governo tecnico, pretendono altri tagli,
desiderano impoverirci legandoci al palo dell’austerità che vale solo
per le classi popolari.
Gli eurocrati, agendo da perfetti
signorotti feudali, non solo hanno respinto la manovra ma hanno dato al
nostro governo un termine perentorio per correggerla. Il deficit e i
parametri c’entrano poco o nulla, al contrario di quanto vorrebbero far
credere presunti “responsabili” o provetti economisti. Gli e(u)roinomani
vogliono che sia ben chiaro chi comanda. L’esecutivo italiano, per
loro, dovrebbe solo eseguire, calpestando a sovranità popolare che per i
tecnocrati vale meno di zero.
L’attacco è a tutto campo e mira a
destrutturare la manovra. Le misure previste dalla manovra “indicano un
chiaro rischio di retromarcia su riforme adottate in linea con le
raccomandazioni Ue”. L’abolizione della Fornero “fa retromarcia sulle
riforme precedenti che puntellano la sostenibilità del debito”, il
condono “può scoraggiare la già scarsa conformità al fisco,
implicitamente premiando comportamenti non conformi” e “la riduzione
delle tasse sulle imprese che investono sono disinnescate
dall’abolizione delle agevolazioni fiscali”. Lo scrive la Ue nella sua
“opinione”.
Per i commissari, “l’Italia non
rispetterà il benchmark di riduzione del debito né nel 2018 né nel 2019”
e “la prevista riduzione del rapporto debito/Pil è soggetta a larghi
rischi al ribasso, visto che si basa su proiezioni di crescita
ottimistiche, privatizzazioni dello 0,3% del Pil all’anno dal 2019 al
2021 e l’attivazione delle clausole di salvaguardia nel 2020 e 2021, che
sono state sterilizzate per il 2019”.
“E’ con molto dispiacere che sono qui
oggi, per la prima volta la Commissione è costretta a richiedere ad uno
Stato di rivedere il suo Documento programmatico di bilancio. Ma non
vediamo alternative. Sfortunatamente i chiarimenti ricevuti ieri non
erano convincenti”, dice il vicepresidente della Commissione Ue Valdis
Dombrovskis nel corso della conferenza stampa al termine della riunione
dei commissari.
Secondo Dombrovskis, la manovra
dell’Italia arrecherà danni a tutti, perché “l’Europa è costruita sulla
cooperazione, l’eurozona è costruita su stretti legami di fiducia con
regole che sono le stesse per tutti”, quindi “se la fiducia viene erosa,
tutti gli stati membri vengono danneggiati, la nostra Unione viene
danneggiata”. “Se una politica fiscale più accomodante colpisce la
fiducia, ha avvertito il vicepresidente della Commissione, può avere in
realtà l’effetto opposto alla crescita”.
“Il Governo italiano, prosegue, sta
apertamente e coscientemente andando contro gli impegni presi verso se
stesso e verso gli altri Stati membri”. A maggio scorso, ricorda
Dombrovskis, la Commissione Ue aveva concluso di non aprire la procedura
per debito “soprattutto perché l’Italia era sostanzialmente in linea
con le regole”, ma “i piani attuali sono un cambiamento materiale che
potrebbe richiedere una rivalutazione”. “La palla è ora nel campo del
Governo italiano, abbiamo tre settimane per un dialogo intenso che
affrontiamo in modo costruttivo”.
Dall’avvertimento si passa ben presto
alla minaccia: “Violare le regole può sembrare una tentazione a primo
sguardo può dare l’illusione di sfuggirvi senza conseguenze” così come
“il curare il debito con più debito”, ma “a un certo punto il debito si
avvicina al punto in cui diventa troppo pesante e si finisce per non
avere più libertà del tutto. Ci è stato affidato il compito da tutti gli
stati membri di mantenere gli impegni comuni”, “è nostro dovere”,
perché “la fiducia è cruciale”.
“Nel 2017 il debito italiano ha
rappresentato un peso medio di 37mila euro per abitante”, pari “al
secondo debito più alto nell’Ue, uno dei più alti al mondo” nonché
quello “con il più alto costo totale di rifinanziamento in Europa” che
“deve essere pagato ogni anno dai contribuenti”. “L’anno scorso l’Italia
ha speso lo stesso ammontare per rifinanziare il debito di quanto ha
dedicato all’educazione”, evidenzia il vicepresidente della Commissione
Ue.
“Mantenere politiche di bilancio solide,
e mantenere la fiducia, è cruciale. E’ nell’interesse dell’Italia e
della zona euro”, ha detto, aggiungendo che “si tratta di assicurarsi
che le aziende italiane possano continuare a finanziarsi a costi
d’interesse bassi, cosa che consente loro di svilupparsi e creare nuovo
lavoro. Si tratta di pensare alle giovani famiglie italiane che cercano
di comprare la prima casa e hanno bisogno di un mutuo ad un costo che
possono permettersi. Si tratta inoltre di equità generazionale: che
messaggio inviamo ai giovani, lasciandoli con un tale debito?”, conclude
Dombrovskis.
Il presidente della Repubblica, Sergio
Mattarella, si è prontamente allineato a Bruxelles richiamando il
governo alla responsabilità: “La logica dell’equilibrio di bilancio non è
quella di un astratto rigore”, dice il Capo dello Stato intervenendo
all’Assemblea dell’Anci a Rimini, “ci deve sempre guidare uno sguardo
più lungo sullo sviluppo, la sua equità e la sua sostenibilità, e, al
contempo, occorre procedere garantendo sicurezza alla comunità,
scongiurando che il disordine di enti pubblici, e della pubblica
finanza, produca contraccolpi pesanti anzitutto per le fasce più deboli,
per le famiglie che risparmiano pensando ai loro figli, per le imprese
che creano lavoro”.
“Questa responsabilità accomuna chiunque
svolga funzioni rappresentative, qualunque sia la sua militanza
politica, perché si tratta di un bene comune, di un patrimonio
indivisibile”, conclude Mattarella.
Cosa accadrà adesso? Se il governo
decidesse di mantenere invariati i saldi della manovra, l’esecutivo
comunitario potrebbe aprire una procedura per deficit eccessivo per
violazione della regola del debito. La Commissione, in questi casi,
invia una lettera di costituzione in mora al paese “disobbediente”, che
dovrà inviare una risposta dettagliata in genere entro due mesi.
Se la Commissione ritiene che il paese
sia venuto meno ai propri obblighi a norma del diritto dell’Ue, può
inviare un parere motivato, vale a dire una richiesta formale di
conformarsi al diritto dell’Unione in cui spiega perché ritiene che sia
stato violato il diritto dell’UE. La Commissione chiede inoltre al paese
interessato di comunicarle le misure adottate.
Se il paese continua a non conformarsi
alla legislazione, la Commissione può decidere di deferirlo alla Corte
di giustizia. Se, nonostante la sentenza della Corte di giustizia, il
Paese dovesse continuare a non rettificare la situazione, la Commissione
può deferirlo una seconda volta dinanzi alla Corte, proponendo che
quest’ultima imponga sanzioni pecuniarie (forfettarie o addirittura
giornaliere).
La bocciatura di Bruxelles della manovra
di bilancio “per come è stata presentata era largamente prevista e non
ci stupisce”, afferma il portavoce del ministero dell’Economia. Il
ministero valuterà ora le richieste e contemporaneamente monitorerà le
reazioni dei mercati. Il confronto con l’Ue, comunque, non rallenterà
l’iter di presentazione della Legge di Bilancio attesa in Parlamento per
la fine di questa settimana o l’inizio della prossima.
“È la prima manovra italiana che non
piace alla UE. Non mi meraviglio: è la prima manovra italiana che viene
scritta a Roma e non a Bruxelles!”, scrive il vicepremier Luigi Di Maio
su Facebook.
“Con i danni che avevano fatto quelli di
prima, prosegue il post, non potevamo certo continuare con le loro
politiche. Continueremo a raccontare alla Commissione Europea cosa
vogliamo fare con rispetto. Ma altrettanto rispetto ci deve essere nei
confronti del popolo italiano e del governo che oggi lo rappresenta.
Continuiamo a lavorare a testa alta per il bene dei cittadini”.
“Non stanno attaccando un governo, ma un
popolo. Sono cose che fanno irritare ancora di più gli italiani e poi
qualcuno si lamenta che l’Unione Europea è al minimo della popolarità”,
afferma il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, a margine della sua
visita a Bucarest.
La conferenza stampa della Commissione
europea durante la quale è stata annunciata la bocciatura della manovra
dell’Italia si è conclusa con un incidente provocato dall’eurodeputato
della Lega Angelo Ciocca. Salito sul palco al termine delle domande dei
giornalisti, Ciocca si è tolto una scarpa e ha imbrattato le carte del
commissario agli Affari economici Pierre Moscovici, che si è allontanato
visibilmente contrariato, rifiutandosi di stingere la mano al leghista.
Il tutto è stato ripreso in un video pubblicato dallo stesso
europarlamentare.
A Strasburgo ho calpestato (con una
suola Made in Italy!!!) la montagna di bugie che Moscovici ha scritto
contro il nostro Paese!!!”, scrive Ciocca su Tiwtter pubblicando il
video. “L’Italia merita rispetto e questi Euroimbecilli lo devono
capire, non abbassiamo più la testa!!!”, aggiunge l’europarlamentare del
Carroccio.
Salda anche la posizione del premier
Conte: “Non esiste alcun piano B. Ho detto che il deficit al 2,4% del
Pil è il tetto. Posso dire che questo sarà il nostro tetto”, chiarisce
Giuseppe Conte, intervistato da Bloomberg tv. Alla domanda se si può
modificare la sostanza della manovra, criticata fortemente da Bruxelles,
Conte ha risposto che questo “sarebbe per me difficile, non potrei
accettarlo”. “Siamo pronti ad operare una spending review
se necessario”, continua il premier.
Il Governo italiano ha l’occasione di
dimostrare con i fatti la sua reale discontinuità rispetto ai
precedenti. Deve resistere alle intimidazioni degli eurocrati e delle
quinte colonne interne. E può farlo. Il tempo gioca a suo favore. Le
elezioni di metà mandato negli States, con Trump che assumerà il
controllo della FED, ancora controllata dalle truppe cammellate
obamiane, e il rinnovo in primavera del Parlamento europeo, possono
indebolire pesantemente l’asse franco tedesco e dare inizio ad una fase
nuova nel Vecchio Continente, sia dal punto di vista economico che
geopolitico.
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