A pagare il conto dello stop alla riforma Fornero
sulle pensioni saranno i nostri figli e nipoti. Non usa mezzi termini
l’ex ministro del lavoro del governo Monti, artefice della più
importante riforma previdenziale italiana degli ultimi anni nel corso di
una lunga intervista a Panorama.
Sono tutti d’accordo che adesso bisogna “aggiustarla”. Quando si parla di coperture si preferisce omettere che il denaro verrà preso in altri settori della spesa pubblica o aumentando il debito e dunque l’instabilità finanziaria. A pagare il conto saranno i nostri figli e nipoti.Da sempre nel mirino dei politici e delle loro promesse elettorali, ora la Fornero dice la sua sull’abolizione della sua riforma parlando di velleità.
“Modificarla è possibile ma cancellarla sarebbe velleitario. Da quello che annunciano, quota 100, sarà realizzabile con una riduzione volontaria della pensione. È quanto prevedeva anche la nostra riforma per età di pensionamento inferiori a 63 anni.Eppure quella stessa riforma che oggi è nel contratto del governo gialloverde è stata sostenuta all’epoca dai partiti come sottolinea lo stesso ex ministro e che al’epoca sempre la nostra età di pensionamento era la più bassa d’Europa e come tale andava alzata.
“Avevamo l’età di pensionamento più bassa d’Europa e non è vero che oggi è la più alta. Bisognava allungare l’età pensionabile perché sono cambiate le aspettative di vita. Ho inoltre parificato l’età per le donne e gli uomini perché la pensione anticipata non poteva essere un contentino a posteriori da dare a una madre o nonna. Ci vuole la parità anche nel lavoro (…) Tutti dimenticano – o fanno finta di dimenticare – che la mia riforma è nata in un momento drammatico per l’Italia quando si temeva l’apocalisse. Era necessaria per dare un segnale e non tanto ai mercati finanziari ma al mondo (…) Ma abbiamo salvato l’Italia. Era un problema di credibilità. Bisognava dimostrare che potevamo farcela. Che il futuro cambiava da domani e non tra vent’anni (…) Ci vorrebbe il coraggio della verità. Quando ero ministro, i politici del Pd mi mostravano solidarietà ma a bassa voce. Mentre quelli del Pdl mi dicevano: «Elsa, hai fatto la cosa giusta»”.La professoressa poi analizza in poche semplici parole tutto il sistema previdenziale italiano, vaso dei malumori per tanto tempo, quando la ricetta per risolvere la crisi è un’altra: il lavoro.
“Il sistema pensionistico è stato per troppo tempo lo strumento per cercare di risolvere quasi tutti i problemi della nostra economia. La pensione è vista come la fine di ogni responsabilità. Si prova a risolvere con la pensione ciò che andrebbe risolto con il lavoro”.
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