a crisi – economica, politica, sociale e istituzionale – che stanno
vivendo le democrazie occidentali, in particolar modo quelle europee,
non inizia nel 2008, e neppure nei primi anni duemila, con
l’introduzione dell’euro, come recita la vulgata. È una crisi che ha
origini molto più lontane, che risalgono almeno alla metà degli anni
Settanta. È a quel punto che il cosiddetto modello keynesiano, che aveva
dominato le economie occidentali fin dal dopoguerra, entra in crisi. Come
sappiamo, si trattava di un modello basato su una forte presenza dello
Stato nell’economia (per mezzo di politiche industriali, sostegno agli
investimenti e alla domanda eccetera), un welfare molto sviluppato,
politiche del lavoro tese verso la piena occupazione e la crescita dei
salari (più o meno in linea con la crescita della produttività) e
l’istituzionalizzazione dei sindacati e della concertazione come
strumento di mediazione tra gli interessi dei lavoratori e quelli delle
imprese.
Nessun commento:
Posta un commento