martedì 22 marzo 2016

Come Cuba, la Corea del Nord è demonizzata perchè ha osato pestare i piedi all’imperialismo occidentale

Presto, molto probabilmente, ci saranno nuove sanzioni brutali imposte contro la Corea del Nord (DPRK). E ci saranno massicce esercitazioni militari provocatorie con la partecipazione degli Stati Uniti e della Corea del Sud (ROK). In breve “tutto come al solito”: l’occidente continua a torturare la DPRK; la provoca, la isola, la demonizza e la disumanizza, assicurando che non operi normalmente, per non parlare di prosperare.
Il condiscendente pubblico occidentale continua a digerire obbediente tutte le menzogne vergognose che gli vengono servite dai media dominanti. In realtà ciò non sorprende; in Europa e in America del Nord la gente ha già smesso molto tempo fa di mettere in discussione i dogmi ufficiali.
La Corea del Nord è dipinta come uno stato eremita folle, alla fame, subnormale e sottosviluppato, i cui leader sono costantemente dediti all’alcol, alle puttane, ad assassinarsi l’un l’altro e a costruire armi nucleari primitive ma letali al fine di distruggere il mondo.
Quelli di noi che hanno familiarità con la DPRK sanno che è tutto un mucchio di laide, vergognose menzogne. Pyongyang è una città elegante, ben funzionante, con grande edilizia pubblica, eccellenti trasporti pubblici, spazi pubblici e strutture ricreative, teatri, strutture sportive e aree verdi. E nonostante le mostruose sanzioni, la campagna è molto più prospera di quanto si vede nei disperati stati vassalli dell’occidente, quali l’Indonesia e le Filippine.
Almeno qualcosa c’è; ci sono stati almeno alcuni articoli onesti scritti a proposito di queste bugie grottesche e della propaganda occidentale.
Ma resta la domanda centrale: “Perché l’occidente è così ossessionato nel demonizzare la Corea del Nord?”
E la risposta è semplice: come Cuba, la Corea del Nord ha osato pestare i piedi al colonialismo e all’imperialismo occidentali. Sacrificando i suoi figli e le sue figlie ha contribuito a liberare molti paesi africani e ha offerto assistenza alle forze più progressiste del continente più saccheggiato e devastato.
Questa è una cosa che l’occidente non perdona mai. Vive dello sfrenato saccheggio di tutti i continenti; prospera essenzialmente saccheggiando le sue colonie. I paesi che hanno visto le guerre di liberazione, i paesi che hanno combattuto per la libertà del mondo colonizzato – Unione Sovietica/Russia, Cina, Cuba e DPRK – sono stati designati dagli ideologi occidentali come i luoghi più “pericolosi” e “malvagi” della terra.
In Europa e in America del Nord masse condizionate (in realtà hanno tratto profitto dal colonialismo e dal neocolonialismo per secoli), si rifiutano testardamente di capire questo motivo principale per cui l’Impero ha fatto soffrire la Corea del Nord per decenni.

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Il mio compagno Mwandawiro Mghanga, presidente dell’SDP e anche membro del Comitato Esecutivo del Forum della Rete Africana della Sinistra (ALNEF) con sede a Dakar, Senegal, ha scritto per questo articolo:
Il Partito Socialdemocratico del Kenya (SDP) condanna le sanzioni ingiustificate contro la Corea del Nord (DPRK) istigate dall’imperialismo guidato dagli Stati Uniti d’America. Siamo consapevoli che l’imperialismo non ha mai interrotto la sua guerra in armi e fredda contro la DPRK che con una delle più grandi, patriottiche, eroiche e rivoluzionarie guerre armate di liberazione nazionale anticolonialiste e anti-imperialiste è riuscita a conquistare la vera indipendenza della metà settentrionale della Corea. Quando ha invaso la Corea del Nord l’imperialismo statunitense, come in precedenza il colonialismo giapponese, ha subito una delle sconfitte militari più umilianti che non perdonerà mai nella sua storia reazionaria. Sappiamo anche che gli USA e l’occidente odiano la DPRK velenosamente, per il suo rifiuto di essere una marionetta dell’imperialismo, come la Corea del Sud. Una guerra sporca di falsa propaganda è stata scatenata contro la DPRK per il suo rifiuto della via capitalista e neocoloniale alla schiavitù, al sottosviluppo e allo sfruttamento dell’uomo da parte dell’uomo, scegliendo invece la via dello sviluppo per la libertà, l’umanità e il socialismo.
Noi in Africa non accetteremo di essere ingannati da imperialisti che sono sempre stati parte integrante dei nostri problemi. L’imperialismo non è e non è mai stato amico dell’Africa, ma suo nemico. I patrioti e i rivoluzionari africani non permetteranno mai che l’imperialismo ci dica chi sono i nostri amici. Poiché sappiamo quali sono i nostri amici! E la Corea del Nord è sempre stata un vero amico dell’Africa. Quando l’intero continente africano era sotto il colonialismo occidentale la Corea, sotto la guida rivoluzionaria di Kim Il Sung, stava combattendo il colonialismo giapponese e mostrando contemporaneamente solidarietà all’Africa. Poi la DPRK, nel nome dell’internazionalismo socialista, ha aumentato il suo sostegno morale, militare e materiale di altro genere ai paesi africani nella loro lotta per la liberazione dal colonialismo, dall’imperialismo e dall’apartheid. Immediatamente dopo l’indipendenza dal colonialismo negli anni ’60 migliaia di africani, inclusi kenioti, hanno ricevuto istruzione superiore, tecnica e specializzata gratuita nella DPRK. La DPRK non ha solo offerto armi, finanziamenti e altra solidarietà materiale a Namibia, Sudafrica, Angola e Mozambico nella guerra contro l’apartheid e l’imperialismo, ma ha inviato anche concretamente rivoluzionari internazionalisti in Africa a combattere fianco a fianco con gli africani per l’Africa. La DPRK ha combattuto con l’Egitto e l’Africa durante la guerra del 1967 contro il brutale regime sionista di Israele appoggiato dai paesi occidentali. Oggi la DPRK è accanto a paesi africani nella richiesta di un nuovo giusto ordine internazionale. In questo la DPRK è incolpata dall’imperialismo e dai regimi fantoccio dell’imperialismo di essere all’avanguardia e di mostrare con il proprio esempio che non può esserci un nuovo giusto ordine internazionale se non anticapitalista e anti-imperialista; deve essere socialista.
L’internazionalismo nordcoreano è leggendario, così come lo è l’internazionalismo cubano. E questo è il minimo che possiamo fare oggi, quando il paese affronta nuove sfide enormi e brutali: ricordare quanto ha dato al mondo, quanto ha giù sacrificato per il bene dell’umanità. Ho parlato con persone a Windhoek che, con le lacrime agli occhi, ricordavano la lotta della Corea del Nord contro i regimi appoggiati dall’apartheid (sudafricano) sia in Namibia sia in Angola. Naturalmente l’apartheid sudafricano godeva del pieno sostegno dell’occidente. Per ripagare tale favore truppe sudafricane si sono unite alla lotta contro la Corea del Nord e la Cina nel corso della Guerra di Corea.
Come citato da Mwandawiro Mghanga la Corea del Nord ha combattuto contro Israele; i suoi piloti hanno guidato caccia egiziani nella guerra arabo-israeliana del 1973. La DPRK ha preso parte alla lotta di liberazione in Angola e ha combattuto in Rodesia (oggi Zimbabwe), Lesotho e Namibia e nelle Seychelles. Ha offerto assistenza al Congresso Nazionale Africano e alla sua epica lotta per liberare il Sudafrica dall’apartheid. In passato ha aiutato le nazioni africane allora progressiste, tra cui Guinea, Etiopia, Zimbabwe, Mali e Tanzania.
Arthur Tewungwa, politico ugandese d’opposizione del Partito del Congresso Popolare dell’Uganda (UPC) confronta il coinvolgimento della DPRK e dell’occidente nel suo pausa e nella regione dei Grandi Laghi africani:
L’Uganda ha beneficiato di questo rapporto con la Corea del Nord negli anni ’80 quando essa ha aiutato il governo a combattere contro i ribelli Museveni che erano sostenuti dagli USA e dal Regno Unito. Moralmente, in confronto con la DPRK, questi ultimi due stati non hanno motivi validi per il bagno di sangue da essi scatenato nella regione dei Grandi Laghi.
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La Corea del Nord è stata interamente abbandonata, lasciata al suo destino? E’ stata ‘tradita’?
Christopher Black, un eminente avvocato internazionale residente a Toronto, Canada:
Il fatto che gli USA, come membro del SC [Consiglio di Sicurezza dell’ONU – n.d.t.] stiano imponendo sanzioni a un paese che stanno minacciando è ipocrita e ingiusto. Che i russi e i cinesi si siano uniti agli USA in questo, invece di sollecitare sanzioni contro gli Stati Uniti per le loro minacce alla DPRK e le loro nuove esercitazioni militari, che sono un pericolo chiaro e attuale per la DPRK, è vergognoso. Se i russi e i cinesi sono sinceri, perché non insistono che gli USA ritirino le loro forze nell’area in modo che la DPRK si senta meno minacciata e non compiono passi per garantire la sicurezza della DPRK? Non spiegano le loro azioni, ma le loro azioni li rendono collaboratori degli USA contro la DPRK.
La situazione è tetra, ma molto probabilmente non fatale; non fatale ancora.
Jeff J. Brown, un eminente esperto della Cina residente a Pechino, non cela il suo ottimismo per quel che riguarda i rapporti sino-russi con la DPRK:
Non c’è molto di quello che la Corea del Nord fa nell’arena internazionale in cui Baba Pechino non abbia mano. Sono due fraterni paesi comunisti e 65 anni fa i cinesi hanno versato molto sangue e denaro per salvare la Corea del Nord dall’occidente. Il figlio di Mao Zedong morì in battaglia nella Guerra di Corea, combattendo contro l’imperialismo yankee. Ci sono due milioni di coreani etnici che vivono lungo il confine con la Corea del Nord e un altro mezzo milione di settentrionali che vive e lavora in Cina. I coreani sono una minoranza riconosciuta in Cina. Nessun altro paese al mondo comprende la Corea del Nord quanto la Cina. Questa vicinanza è emblematica del loro confine comune, il fiume Yalu, che è così basso che può essere attraversato a guado. Hanno un confine in comune anche con un altro alleato chiave: la Russia. La Cina è il vero fratello maggiore e protettore della Corea del Nord. Francamente, di fronte alle imminenti sanzioni dell’UNSC [Consiglio di Sicurezza dell’ONU – n.d.t.] contro la Corea del Nord penso che l’occidente sia suonato come un tamburo, ed è dal tamburo che è martellata fuori la merda.
Naturalmente sia la Cina sia la Russia hanno lunghi confini terrestri con la Corea del Nord, strade e ferrovie che collegano tutti e tre i paesi. Secondo mie fonti di Mosca e Pechino è altamente improbabile che i due più stretti alleati della DPRK acconsentano alle nuove sanzioni, che le “appoggino” ufficialmente o no.
Ma la logica utilizzata da Christopher Black è assolutamente corretta: è l’occidente che dovrebbe subire le sanzioni più dure immaginabili, non la DPRK.
E’ l’occidente, non la Corea, che ha assassinato un miliardo di esseri umani lungo la sua intera storia. E’ l’occidente che ha colonizzato, saccheggiato, stuprato e reso schiave persone in ogni angolo del pianeta. Quale mandato morale ha per proporre e imporre sanzioni contro qualcuno?
Viviamo in un mondo contorto, realmente perverso, dove gli assassini di massa agiscono da giudici e di fatto la fanno franca.
La Corea del Nord ha versato sangue per la liberazione dell’Africa. Ha mostrato vera solidarietà ai derubati, ai torturati, a quelli che Franz Fanon soleva chiamare i “Dannati della Terra”. E’ per questo che, secondo la logica perversa (che ha radici nel fondamentalismo religioso e culturale occidentale) deve essere punita, umiliata e possibilmente cancellata dalla faccia della terra.
Non perché ha fatto qualcosa di oggettivamente “cattivo”, ma perché l’obiettività ha perso il suo significato. Termini quali “bene” e “male” sono ora decisi secondo un unico criterio: “bene” è tutto ciò che serve gli interessi dell’Impero occidentale, “male” è ciò che ne contesta la dittatura globale.
Se si salva il villaggio che è stato designato dall’Impero come luogo da stuprare e saccheggiare, si sarà puniti nel modo più sadico e brutale. La Corea del Nord ha fatto esattamente questo. Salvo che non salvato solo un villaggio, ma ha contribuito a liberare un intero continente!
Andre Vltchek è un romanziere, documentarista e giornalista d’inchiesta. Ha seguito guerre e conflitti in dozzine di paesi. Il suo libro più recente è ‘Exposing Lies of the Empire’. Ha anche scritto, con Noam Chomsky ‘On Western Terrorism: From Hiroshima to Drone Warfare’. Andre gira documentari per teleSUR e PressTV. Dopo aver vissuto per molti anni in America Latina e Oceania, Vltchek attualmente risiede e lavora in Asia Orientale e nel Medio Oriente.

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