venerdì 30 ottobre 2015

La disoccupazione cresce a livello globale. Italia tra gli ultimi paesi per quanto riguarda il lavoro ai giovani

A livello globale, la disoccupazione cresce, mentre fra gli occupati diminuisce la percentuale di quelli che hanno un’occupazione stabile. Inoltre, si allarga la forbice fra salari e produttività, perché la seconda cresce più rapidamente dei primi. Sono queste le principali tendenze che emergono dal rapporto dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro che è stato presentato a Roma. L'Italia è tra gli ultimi paesi al mondo per quanto riguarda la disoccupazione giovanile.
La International Labour Organization (Ilo), ovvero l’agenzia delle Nazioni Unite basata a Ginevra, e dedicata alle problematiche
del lavoro, svolge infatti una ricerca annuale, il World Employment and Social Outlook (Prospettive occupazionali e sociali nel mondo). I contenuti dell’edizione 2015, intitolata The changing nature of jobs, ovvero La natura del lavoro: cambiamenti in corso, sono stati illustrati da Raymond Torres, direttore del Dipartimento ricerche della stessa Ilo, nel corso di un’iniziativa organizzata dalla Cgil e dalla Fondazione “Di Vittorio”.
“Il mondo del lavoro sta cambiando profondamente”, esordisce la sintesi della ricerca. E ciò accade in una fase in cui l’economia, a livello globale, non riesce a creare “un sufficiente numero di posti di lavoro”. Passando dalle parole ai numeri, l’Ilo “stima che il dato sulla disoccupazione”, a livello mondiale, “abbia raggiunto i 201 milioni nel 2014”, ovvero “oltre 30 milioni in più rispetto a prima dell’inizio della crisi globale, nel 2008 ”.
Nel corso del dibattito successivo alla presentazione, svoltasi presso il centro confederale Cgil in corso d’Italia, è poi intervenuto, fra gli altri, Gianni Rosas, direttore della sede romana dell’Ilo. Rosas ha offerto alcuni risultati di un’altra ricerca della stessa Ilo,
intitolata Global Employment Trends for Youth 2015 (Tendenze globali dell’occupazione giovanile 2015), secondo cui il tasso di
disoccupazione giovanile “si è stabilizzato al 13%”. Tale tasso “rimane quindi superiore al livello pre-crisi”, che era pari all’11,7%. Da questo punto di vista, è particolarmente allarmante il dato relativo all’Italia che, con un tasso di disoccupazione giovanile pari al 42,7%, si colloca al quarto posto fra i paesi dell’Unione Europea. Purtroppo, in questo caso, si tratta di una classifica in cui è meglio arrivare fra gli ultimi piuttosto che fra i primi.
Da notare che, come ha sottolineato Fulvio Fammoni, presidente della fondazione "Di Vittorio", l'Ilo è "un'organizzazione tripartita, formata da governi, sindacati e associazioni d'imprenditori". Ciò nonostante, ha osservato ancora Fammoni, è evidente che i contenuti del rapporto stanno "in evidente controtendenza" rispetto alle "politiche di austerità e di deregolazione" seguite da vari governi negli anni più recenti

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