Paradossi italiani. Paradosso Alitalia. Come per tutte quelle realtà che
furono produttive e che ora stanno per morire. Paradossi italiani
perchè solo in Italia accade. Che è anche un modo per capire. Perchè
solo qui da noi il paradosso è diventato sistema. L’Italia della
benemerita Iri e della maledetta Cassa del Mezzogiorno, dei
finanziamenti a fondo perduto che spalancarono il pozzo
senza fondo del debito pubblico. Miliardi buttati, in Alitalia e
ovunque, come nel gioco dell’oca che riporta al punto di partenza.
Paradossi italiani. Cosicchè se i lavoratori dicono no ad un nodo
scorsoio sotto forma di referendum non ci può essere altro da fare che
chiudere, spacchettare, vendere. Ora, mettiamo che sia giusto. Mettiamo
che la tiritera degli aiuti di Stato da negoziare con l’Europa sia vera,
mettiamoci pure in mezzo le colpe (enormi) dei sindacati; ma ecco che
un paio di questioni rimangono in campo. La prima riguarda il perchè ad
alcuni siano consentiti gli aiuti pubblici mentre ad altri no. La
seconda è la pretesa che il management sia irresponsabile (cioè, senza
oneri). Paradossi italiani. Abbiamo appena elargito 4 miliardi di euro
di soldi pubblici a Monte dei Paschi di Siena: perché una banca fallita
può ottenere aiuti di Stato e salvarsi mentre Alitalia no? E, inoltre:
perchè lo Stato, cioè il Governo, non intenta una azione di
responsabilità nei confronti di un management che ha dilapidato palate
di soldi pubblici e s’è dimostrato incapace di gestire l’azienda
Alitalia? Perchè mai a pagare dovranno essere i lavoratori con la cassa
integrazione mentre i manager, che hanno provocato il disastro,
otterranno liquidazioni da favola? Paradossi italiani. Ai quali
Gentiloni e Calenda è ora che rispondano.
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