domenica 22 novembre 2015

Auto, e se il "vizietto" ce l'avesse anche la Fiat? Il tribunale ammette una class action dei consumatori

Consumi auto falsati: la differenza fra valori dichiarati e valori misurati in laboratorio è notevole e superiore al 20%. La Corte d’Appello di Torino ha dichiarato ammissibile l’azione di classe presentata da Altroconsumo nei confronti di Fiat per consumi auto inferiori a quelli che risultavano dalle prove di laboratorio e dai test fatti dall’associazione sul modello Fiat Panda.
A distanza di un anno dal lancio dell’azione, la Corte d’Appello “ribalta la decisione del Tribunale e sancisce l’ammissibilità dell’azione di classe presentata da Altroconsumo – informa l’associazione – La Corte ha affermato che i metodi di prova utilizzati da Fiat e da Altroconsumo sono entrambi legittimi e che la differenza riscontrata (di oltre il 20%) è rilevante. Tali differenze non possono superare un determinato limite e sarà quindi necessario effettuare gli approfondimenti tecnici d’ufficio. Allo stato la class action di Altroconsumo non può ritenersi “manifestamente infondata” come ritenuto dal Tribunale”.
L’associazione aveva depositato gli atti di citazione in Tribunale lo scorso febbraio. Quello che si contesta è la dichiarazione di consumi inferiori per la Panda. Per Altroconsumo, infatti, il parametro dei consumi dichiarati è tra gli elementi decisivi per scegliere un’auto invece che un’altra. Dunque il consumatore che compra un’auto pubblicizzata con determinate caratteristiche, di cui invece ne è priva, subisce un danno patrimoniale ingiusto, per i maggiori costi di gestione. I test commissionati da Altroconsumo sono stati realizzati nel 2014 e hanno avuto questo esito: per la Panda con motorizzazione 1.2 benzina, 51 KW, stando alla carta di circolazione e alla comunicazione pubblicitaria della Fiat, l’auto avrebbe consumi pari in media a 5,2 litri per ogni 100 km; i consumi più bassi (riscontrati con le condizioni di consumo più basse) rilevati nel corso delle prove in laboratorio sono invece pari in media a 6,11 litri ogni 100 km con una differenza nettamente superiore al coefficiente massimo di variazione (pari al 7%) rilevabile attraverso l’applicazione flessibile dei parametri previsti dalla legge.
Poiché l’auto consuma di più si è speso di più per il carburante. Il risarcimento richiesto è di oltre 200 euro. Spiega Altroconsumo: “Il danno ingiusto subito dai consumatori è causato dall’assenza nell’auto acquistata delle caratteristiche di consumo pubblicizzate che si è tradotto in maggiori spese per il carburante. Ipotizzando una percorrenza annua di 15.000 km, il risarcimento richiesto è di 239 euro. Un’importante vittoria per i consumatori che ora possono attendersi con maggiore fiducia una positiva espressione da parte del Tribunale di Venezia anche sulla class action contro Volkswagen”.

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