Recessione, crollo degli acquisti e calo della domanda interna. Sono
questi i principali fattori che, secondo l’Osservatorio sulla demografia
delle imprese di Confcommercio, rendono negativo il saldo fra aperture e
chiusure di realtà commerciali: quasi 78mila imprese in meno.
Stando ai numeri diffusi nella giornata di ieri, nei primi dieci messi dell’anno sono state in media 260 ogni giorno le attività che hanno chiuso. I dati -in peggioramento rispetto al 2013- si riferiscono alle sole imprese del terziario, vale a dire le realtà del commercio al dettaglio, del turismo e dei servizi. Cali ancora più marcati si hanno scendendo nel dettaglio delle statistiche: 25mila imprese in meno nel commercio al dettaglio, 13mila nella ristorazione e oltre 26mila nei servizi. L’unico dato in controtendenza è quello del commercio ambulante, che mostra un aumento di 1600 unità.
Le aree geografiche più colpite sono state quelle del Mezzogiorno e del Nord ovest, dove i saldi negativi mostrano i maggiori valori sia in assoluto che in termini percentuali.
Stando ai numeri diffusi nella giornata di ieri, nei primi dieci messi dell’anno sono state in media 260 ogni giorno le attività che hanno chiuso. I dati -in peggioramento rispetto al 2013- si riferiscono alle sole imprese del terziario, vale a dire le realtà del commercio al dettaglio, del turismo e dei servizi. Cali ancora più marcati si hanno scendendo nel dettaglio delle statistiche: 25mila imprese in meno nel commercio al dettaglio, 13mila nella ristorazione e oltre 26mila nei servizi. L’unico dato in controtendenza è quello del commercio ambulante, che mostra un aumento di 1600 unità.
Le aree geografiche più colpite sono state quelle del Mezzogiorno e del Nord ovest, dove i saldi negativi mostrano i maggiori valori sia in assoluto che in termini percentuali.
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