Dunque,
cerchiamo di capire. Tre settimane fa Guido Salerno Aletta ha
pubblicato un pezzo virale finito addirittura al Parlamento.
Salvini
ha preso nota per motivi elettorali, ma non diceva affatto una nota del
pezzo fondamentale. Cioè che l’Italia si stava dirigendo verso
l’Anglosfera.
Non
è solo per motivi politici o militari, ma prettamente economici. Le
filiere produttive italiane, centrate per decenni sulla Germania, si
stanno dirigendo verso l’Anglosfera.
Notai questo due mesi fa commentando i dati del commercio estero. Ebbene, ieri sono usciti quelli di ottobre.
Verso
l’Eurozona le esportazioni in dieci mesi aumentano solo dello 0.9%,
verso la Germania dello 0.2% (un miracolo, visto il tracollo
manifatturiero tedesco).
Ora
andiamo a vedere altri paesi. Nell’anno l’export verso la Svizzera
aumenta dell’11,1%, ma è dovuto al fatto che questo paese è hub mondiale
farmaceutico e della pelletteria, che poi riesporta. Molto interessante
il dato sulla Gran Bretagna, cresciuto del 6,6% in un anno e dell’8.9%
solo ad ottobre.
Ma
il vero boom è con gli Stati Uniti, con un aumento nei primi dieci mesi
dell’11.3%. Viene poi l’India e l’Oceania con il 4,4%.
Ancora
più interessante il dato del surplus commerciale, vale a dire la
differenza tra export e import. Ebbene, se con la Germania abbiamo un
deficit di 9 miliardi, con la Gran Bretagna il surplus è pari a 12
miliardi, mentre con gli Stati Uniti la bellezza di 24 miliardi,
praticamente la metà del surplus totale. Ad ottobre l’export italiano
verso gli Usa è stato pari a 24,5%, ciò significa che i dazi non hanno
scalfito le aziende italiane.
Dai
dati si sottolinea la stagnazione dell’eurozona e la diminuzione del
4,7% con la Cina, che significa che non abbiamo affatto capitalizzato il
Memorandum.
Con
questi dati possiamo tranquillamente certificare che dopo 40 anni
finisce la centralità tedesca. Ecco perché una parte della borghesia
industriale soffre il soffocamento dell’eurozona, ormai è proiettata
verso altro.
Un
“altro” che non trova corrispondenze politiche, visto che in Italia dal
1992 domina il partito tedesco. Ma il partito americano, per ragioni
prettamente economiche, presto presenterà il conto.
E’ uno scontro dentro la borghesia e la Lega, più legata ai subfornitori dei tedeschi, non può affatto rappresentarla.
C’è un vuoto politico di rappresentanza degli interessi di classe in Italia, questo vuoto cerca sponde.
Le troverà?
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