lunedì 1 aprile 2019

Salvini contestato in casa, per “buonismo”!

Quando si dice che un governante è responsabile della cultura di un paese… Questa notizia, diffusa dall’agenzia di stampa Dire, ne è la prova provata.
“Parlare alla pancia della gente”, alla lunga, significa in effetti far venir fuori il contenuto dell’intestino, che non ha mai un buon aspetto e tanto meno un buon odore.
Perché? La ragione è in fondo semplice. Sentire tutti i giorni – in televisione, per radio, sui giornali, ecc – politici ed opinionisti vomitare frasi e definizioni “prese dalla strada” è performativo. Ossia “forma l’opinione pubblica”. Convince un certo tipo di pubblico che si possono pensare e dire certe cose di cui, fino a quel momento, ci si doveva vergognare.
E’ un meccanismo che i social hanno reso familiare, moltiplicando – nella solitudine della tastiera – gli incentivi ad alzare i toni, rilanciare continuamente, trovare un epiteto più duro e insultante, un crucifige più efferato.
Proprio sui social Salvini – o meglio “La Bestia”,  – ha costruito la sua recente popolarità.
E proprio sulla dinamica dei social sta rischiando di inciampare.
La vicenda dei ragazzini “eroi” sul pullman a Milano, casualmente figli di immigrati e ancora privi della cittadinanza italiana nonostante siano nati qui, sta diventando la classica buccia di banana su cui scivola il tronfio monarca della comunicazione buzzurra.
Prima il “no” fermo e assoluto alla richiesta di avere la cittadinanza, con addirittura una sorta di “comma 22” (“Se Rami vuole la cittadinanza italiana si candidi in parlamento e cambi la legge se la gente lo vota“, 20/03/2019, sorvolando sul fatto che, per candidarsi, bisogna già avere la cittadinanza). Poi la retromarcia innestata in base ai sondaggi, condita con la solita dose di piacionismo eccessivo (“Sì alla cittadinanza a Rami, è come se fosse mio figlio” (26/03/2019).
Inutile star qui a discettare se la “conversione” sia avvenuta motu proprio o su suggerimento altrui (Di Maio si dice convinto di averlo convinto). Sappiamo per esperienza che in politica, e soprattutto se si sta in coalizione con forze diverse, bisogna piuttosto spesso arrivare a qualche compromesso. E in fondo il concedere la cittadinanza a un paio di ragazzini che sognano di fare il carabiniere (cos tocca sentire, signora mia…) deve essergli sembrato un compromesso davvero innocuo, quasi gratuito.
Mal gliene incolse. Il suo “pubblico più affezionato” – abituato da anni a credere, condividere e combattere ogni sua intemerata anti-immigrati oltre che le sparate pro-sparatorie o i “buttate la chiave” per ogni arrestato – non l’ha presa per niente bene. Anzi: ha messo in moto, in automatico, l’escalation insultante che si sente ormai in diritto di indirizzare contro chiunque.
Godetevi notizia e screenshot, per cinque minuti di autentica comicità liberatoria…

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