Vince Matteo Salvini, gli italiani
premiano comunque l'asse Lega-M5s che dal primo giugno sta governando il
Paese. Il centrodestra ha vinto le elezioni comunali 2018, conquistando
11 sindaci (alle precedenti elezioni ne aveva 3). Crolla invece il
centrosinistra - che vince solo in 5 comuni (ne aveva 17) e perde le
roccaforti di Siena, Pisa, Massa, Terni (città storicamente 'sue') e
Avellino, malgrado dopo il primo turno di due settimane fa era rimasto
in corsa al ballottaggio.
È questo in sintesi il verdetto di questo
turno di elezioni amministrative, per molti un primo 'referendum' sul
governo Conte a nemmeno un mese dal suo debutto. Gli italiani che sono
andati alle urne (pochi, circa il 47,61 degli aventi diritto, con un
calo del 12,81% rispetto al primo turno) hanno confermato il loro
consenso ai partiti usciti vittoriosi dalle urne delle politiche del 4
marzo. Sia pure in maniera molto diversa: netta l'affermazione del
centrodestra, meno convinta quella del Movimento guidato da Luigi Di
Maio. Che vince ad Avellino ma perde il sindaco di Ragusa e si dimostra
non competitivo in ampie aeree del Paese.
Le liste civiche vincono a Barletta,
Messina, Siracusa e Imperia (in quest'ultima città con l'ex ministro
Scajola). Il centrodestra strappa al centrosinistra i sindaci di Udine,
Treviso, Catania, Vicenza, Terni, Sondrio, Viterbo, Pisa, Siena, Massa. A
Ragusa vince un sindaco sostenuto da FdI e liste civiche (il comune era
governato dai Cinquestelle).
Il centrosinistra conferma i sindaci di
Ancona (unico capoluogo di regione) e Brescia e strappa al centrodestra i
comuni di Trapani, Brindisi e Teramo. Il Movimento 5 Stelle strappa al
centrosinistra il sindaco di Avellino. Le liste civiche tolgono al
centrosinistra i sindaci di Barletta, Messina, Imperia e Siracusa (in
quest'ultimo comune il sindaco Italia è però considerato vicino al
centrosinistra).
"A Pisa la sinistra, e il Pd in particolare, non ce la fanno a Pisa
dove segnano una delle sconfitte più significative. Il candidato Andrea
Serforgli, poco dopo mezzanotte, in diretta sull’emittente Tv pisana
50Canale, ha riconosciuto la vittoria dell’avversario Michele
Conti: “Paghiamo il vento nazionale – ha detto – ma rendo merito a Conti
e possiamo considerarlo il nuovo sindaco di Pisa”. Il candidato
democratico era sostenuto anche da sei liste civiche, tre delle quali
hanno deciso di sostenerlo al secondo turno con l’apparentamento. Il
candidato di centrodestra aveva invece il sostegno di Lega, Forza
Italia e Fratelli d’Italia, ma ha incassato apertamente per il secondo
turno, anche senza apparentamento formale, il sostegno di una lista
civica che al primo turno aveva raccolto il 6,6 % dei voti. Prima del
turno di ballottaggio i due candidati erano separati da una manciata di
voti: 13.795 (ovvero il 33,36%) per Conti in vantaggio rispetto a
Serfogli che il 10 giugno aveva raccolto 13.338 (il 32,26%)".
Siena, la città dello scandalo Monte
Paschi di Siena, ma anche la città dove i 5 stelle non sono riusciti a
trovare un candidato da far correre alle elezioni comunali, viene
conquistata dalla destra, aggiunge ancora Il Fatto. "Luigi De Mossi ha
infatti battuto il sindaco uscente Pd Bruno Valentini. “Sono ancora
sotto l’effetto di questa notizia”, ha commentato De Mossi. “E’ come nel
Palio dove conta arrivare primi. Una vittoria storica, abbiamo cambiato
la storia di questa città. Il mio gruppo, il gruppo di persone che mi
ha appoggiato, ha questo merito. Non abbiamo voluto fare apparentamenti,
mantenendo la nostra coalizione tutta unita e questo ci ha consentito
di dialogare con tutti”. A favore di De Mossi potrebbe aver giocato, sia
la scelta degli elettori dei 5 stelle di dare fiducia “al cambiamento,
ma anche la decisione di non apparentarsi con altre liste civiche.
Valentini aveva invece ottenuto l’endorsement di un altro ex
amministratore di sinistra, Piccinini, anche lui in corsa al primo turno
con una lista personale. Non è bastato ad evitare il crollo".
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