Cinque anni fa uno tsunami travolgeva la centrale nucleare di
Fukushima. Da allora, migliaia di persone sono al lavoro nel sito
atomico così come in un vasto perimetro attorno allo stesso, per tentare
di salvare il salvabile, raffreddando i reattori danneggiati con enormi
quantità di acqua e decontaminando il territorio circostante. Che
risulta ancora in gran parte disabitato.
Eppure il governo e la lobby nucleare stanno tentando in tutti i modi, ormai da anni, di riavviare le centrali giapponesi. E un dibattito particolarmente ampio è in atto anche sul tema delle evacuazioni, ordinate in seguito al disastro dell’11 marzo 2011 e che le autorità hanno cominciato a revocare, seppur a macchia di leopardo. Alcune associazioni ambientaliste hanno lanciato in questo senso appelli all’esecutivo di Tokyo affinché mantenga lo stato di emergenza per le aree colpite.
Nel frattempo, uno studio di due Ong scientifiche americane spiega che a causa dell’assorbimento diretto e indiretto (quest’ultimo attraverso l’assunzione di acqua e cibo contaminati) tra la popolazione del Giappone è possibile ipotizzare una netta crescita delle patologie tumorali. In particolare, lo studio è stato effettuato analizzando i dati relativi ai bambini della provincia di Fukushima e a tutte le persone addette alle operazioni di bonifica del territorio e di manutenzione della centrale.
Eppure il governo e la lobby nucleare stanno tentando in tutti i modi, ormai da anni, di riavviare le centrali giapponesi. E un dibattito particolarmente ampio è in atto anche sul tema delle evacuazioni, ordinate in seguito al disastro dell’11 marzo 2011 e che le autorità hanno cominciato a revocare, seppur a macchia di leopardo. Alcune associazioni ambientaliste hanno lanciato in questo senso appelli all’esecutivo di Tokyo affinché mantenga lo stato di emergenza per le aree colpite.
Nel frattempo, uno studio di due Ong scientifiche americane spiega che a causa dell’assorbimento diretto e indiretto (quest’ultimo attraverso l’assunzione di acqua e cibo contaminati) tra la popolazione del Giappone è possibile ipotizzare una netta crescita delle patologie tumorali. In particolare, lo studio è stato effettuato analizzando i dati relativi ai bambini della provincia di Fukushima e a tutte le persone addette alle operazioni di bonifica del territorio e di manutenzione della centrale.
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