martedì 9 giugno 2015

E' stato sbagliato imporre la "democrazia" in Iraq. Dopo la Clinton, si 'pente' anche Donald Rumsfeld

L'ex Segretario alla Difesa Donald Rumsfeld ha ammesso che George W. Bush ha sbagliato a cercare di imporre la "democrazia" in Iraq. Egli ha anche sottolineato che la NATO non è attualmente in grado di far fronte alle minacce moderne.
Le dichiarazioni di Rumsfeld, rilasciate nel corso di un'intervista al Times, sono solo 'leggermente' in contrasto con le opinioni e le azioni che ha sostenuto quando era Segretario alla Difesa dell'amministrazione Bush, che ha cercato di promuovere la "democrazia" in tutto il Medio Oriente dopo aver rovesciato Saddam Hussein nel 2003.
"Io non sono di quelli che pensano che il nostro particolare modello di democrazia sia appropriato per gli altri paesi in ogni momento della loro storia. L'idea che saremmo stati in grado di progettare una democrazia in Iraq sembrava irrealizzabile. Ero preoccupato quando ho sentito quelle parole", ha il coraggio di confessare oggi Donald Rumsfeld, dopo aver distrutto un paese.
Inoltre, l'ex politico ha detto che la NATO e le Nazioni Unite non sono più in grado di far fronte alle minacce moderne come l'estremismo islamico, le armi chimiche.. Pertanto, invece di questi organismi, ha detto, dovrebbe esserci una coalizione di " nazioni che pensano il giusto". (Ancora una coalizione dopo la "coalizione dei volenterosi"! Un vero appassionato delle coalizioni, Rumsfeld)
L'ex Segretario ha anche espresso dubbi sulla capacità dell'Occidente di sconfiggere lo Stato islamico - che come lo stesso presidente americano Obama ha riconosciuto nasce proprio da quell'invasione dell'Iraq del 2003 che oggi Rumsfeld rinnega - e ha avvertito che le nazioni arabe si stanno disintegrando, e ha sottolineato che gli attacchi aerei occidentali in Libia sono serviti a destabilizzare ulteriormente la regione. (che acume!)
A Rumsfeld vorremmo solo dire che le sue "scuse" (?) di oggi sono inutili e ricordare che, a seguito dell'invasione del 2003 sono morti fino ad 1 milione di uomini, donne e bambini.
700mila secondo il Centro Studi Internazionali del MIT, una delle più importanti università di ricerca del mondo, con sede a Cambridge, nel Massachusetts (Stati Uniti), che non tiene conto dei morti tra gli sfollati, quasi il 20% della popolazione.
Secondo fonti Onu, 600mila orfani e 1.3 milioni di cittadini iracheni sono stati sfollati internamente e quasi 2,5 milioni sono fuggiti all’estero.
Durante l’occupazione straniera dell’Iraq, ed esattamente nel periodo 2003-2011, sono stati uccisi 116.903 civili contro 4.804 militari stranieri, soprattutto americani.
Solo durante il 2012, sono morte oltre 4.500 persone, un record negativo che vede il numero delle vittime crescere per la prima volta dal 2009.
La comunità scientifica denuncia "la strage degli innocenti”, ben documentata dai tanti studi scientifici pubblicati in questi ultimi anni, che paragonano i tassi di malformazione dei neonati di Falluja a quelli di Hiroshima e Nagasaki. In Iraq un bambino sopravvissuto su quattro ha problemi nello sviluppo fisico o intellettuale a causa della malnutrizione. Ci sono circa 35.000 morti infantili ogni anno, più di un quarto dei bambini iracheni, tre milioni, soffre di disturbi post traumatici da stress.
Nel 2012, il 54% dei neonati di Falluja soffriva di gravissimi problemi al cuore, al cervello, alla spina dorsale e ai polmoni.
A Bassora, i neonati con difetti gravi alla nascita sono oltre il 60%, quindi 37 ogni 1000.
Piombo, mercurio, diossina e uranio impoverito: c'è tutto questo nel sangue dei bambini iracheni.
Secondo un rapporto dell’Università del Michigan del 2009, il tasso di tumori e leucemie e della mortalità infantile osservati nella città di Falluja erano più elevati di quelli di Hiroshima e Nagasaki nel 1945”.
In pochi poi ricordano che l’embargo imposto all’Iraq nel 1990 dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu per l’invasione del Kuwait e rimosso nel 2003, è senza precedenti per la gravità delle conseguenze umanitarie prodotte sulla popolazione irachena. L’Unicef stima che mezzo milione di bambini iracheni sono morti a causa delle sanzioni. Embargo del quale Usa e GB sono stati ingegneri.

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